İz Öztat
İz Öztat (Istanbul, 1981) agisce su diversi fronti fra cui il fare, raccogliere, scrivere, tradurre, ospitare e mediare. Nonostante il suo lavoro segua il contesto in cui viene prodotto, spesso si accosta ad alcuni soggetti specifici: la convergenza tra Acqua e libertà, il ritorno nel presente di un passato soppresso, le potenzialità del fittizio nel costruire narrative storiche e le implicazioni ideologiche del display. Il suo processo di lavoro inizia solitamente con la ricerca d'archivio e dal dialogo, che si evolve in una ricerca animistica di oggetti e materiali capaci di convogliare la conoscenza. Nella pratica di İz sono fondamentali una serie di processi collettivi. È in uno stato di collaborazione acronica con Zişan (1894 – 1970), che le appare come una figura storica, un fantasma e un alter ego. È membro di BAÇOY-KOOP (Cooperativa di stampa, duplicazione e distribuzione), un gruppo che utilizza la tecnologia del ciclostile per pubblicazioni collettive e indipendenti. Tra le sue mostre si ricordano Love Letters, Tensta Konsthall, Sweeden (2018); The Colony, Scwules Museum, Germany (2018); Tamawuj, Sharjah Biennial 13, United Arab Emirates (2017); Flaneuses, French Cultural Center, Turkey (2017);The World Made Anew, PiArtworks, United Kingdom (2017); Land without Land, Heidelberger Kunstverein, Germany (2016); I prefer to answer questions, Maçka Art Gallery, Turkey (2016); Saltwater: A Theory of Thought Forms, 14th Istanbul Biennial (2015); Reunion, Sakıp Sabancı Museum, Turkey (2015); Conducted in Depth and Projected at Length, Heidelberger Kunstverein, Germany (2014).